Il Senso di Parole Guerriere
Questo ciclo di incontri iniziato nel 2017 nasce e cresce dalla consapevolezza dell’enorme potere creativo della parola e dalla consapevolezza della dinamica essenziale che sottende l’agire dell’Essere Umano, e cioè la dinamica: pensiero-parola-azione.
La Guerra o la Pace, molto spesso, dipendono dalle vibrazioni che l’aria trasmette, passando per la laringe.
E’per questo motivo che la parola è già di per sé un atto, è già di per sé un azione che produce effetti reali.
Parole Guerriere, innanzitutto, per ricordarci che è illusorio e devastante pensare di poter eliminare i conflitti. Il conflitto è ineludibile e non si può eliminare anzi esso rappresenta il carburante essenziale per la trasformazione, per l’evoluzione.
Non si può pensare di appianarlo col buonismo o peggio ancora di nasconderlo sotto il tappeto. Tutta la psicanalisi nel ‘900, ci ha dimostrato, che il rimosso ritorna sempre più forte e più devastante di prima.
Bisogna invece imparare a sublimarlo, a mediarlo, a farlo fruttare portandolo a un livello superiore, grazie ad una prospettiva umana più elevata.
Quindi le parole sono guerriere, sostanzialmente quando sono autentiche, cioè quando il pensiero, la parola e l’azione , sono allineate tra di loro, internamente coerenti.
Solo in questo caso l’azione che ne scaturisce sarà potente e porterà frutto
Al contrario, se pensiamo una cosa e ne diciamo un’altra e ne facciamo un’altra ancora, diventiamo deboli. Inizia una specie di schizofrenia che porta alla morte, alla morte dell’entusiasmo, alla violenza, alla depressione, alla passività, all’impotenza.
Tutti noi sappiamo quanto questo sia vero e reale. Sappiamo quanto sia difficile mantenerci integri con quello che intimamente sentiamo.
Lo sappiamo perché lo sperimentiamo ogni giorno nelle nostre vite.
In famiglia come al lavoro, a casa, come in Parlamento. Lo vediamo nelle relazioni interpersonali come in quelle internazionali. Il micro è davvero uguale al macro.
È l’ora della scelta! È, in ogni momento, l’ora della scelta.
Continuamente, ognuno di noi, è chiamato a scegliere chi o cosa essere. Ogni volta ci si apre davanti un bivio: fare quel che sentiamo essere giusto o quel che, apparentemente, ci conviene.
Molte volte è semplicemente la paura che ci domina, paura delle ripercussioni che le nostre scelte avranno su di noi e sugli altri.
Questo dilemma comune, diventa ancor più rilevante in politica, o meglio per chi fa politica, cioè i politici. Essi, rappresentando intere comunità, sono chiamati a prendere delle decisioni per gli altrii.
Ecco che si apre il dilemma fondamentale per un politico/a e cioè è scegliere se basare il proprio operato sulla verità o sul consenso.
Ma ci può essere consenso (soprattutto a lungo termine) senza verità?
La nostra convinzione è appunto che la Verità, la Bellezza, l’Entusiasmo – motori del vero cambiamento – nascono dall’incontro con “l’altro”, possibile solo con il coraggio e lo sforzo dell’autenticità e dell’ascolto.
È per questo che abbiamo fortemente voluto abbandonare la parola “seminari” è introdotto la parola “incontri”.
Come abbiamo voluto abbandonare la parola “rivoluzionari” e introdotto “evoluzionari”
Non per un semplice spirito di renovatio per questo nuovo ciclo. La motivazione è simbolica ed a che fare col senso delle parole.
La Rivoluzione è prima di tutto un concetto fisico. La rivoluzione di un pianeta è il movimento che un pianeta compie attorno a un centro. Per esempio, quello Terra intorno al Sole dura 365 giorni, ed è il tempo che impiega la Terra per fare la sua rivoluzione e ritornare esattamente nella posizione di partenza.
Cambiare tutto per non cambiare niente.
Crediamo invece di essere chiamati a ben altro.
Quello che stiamo vivendo, è un tempo inedito, di rottura, di soglia. Tanti autori parlano esplicitamente addirittura di svolta antropologica.
Questa svolta avverrà solo se riusciremo a fare, quello che gli antichi greci chiamavano metànoia. Un radicale mutamento nel modo di pensare, di giudicare, di sentire.
Lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione, l’intelligenza artificiale, gli allarmi climatici, l’inquinamento legato al consumismo sfrenato, gli effetti caotici della globalizzazione quali le migrazioni, le nuove epidemie, le disuguaglianze crescenti, e la crisi delle ideologie politiche del Novecento, stanno conducendo il mondo verso dimensioni del tutto inedite, ancora inesplorate.
Per cavalcare quest’onda di super cambiamento ci (a)spetta una trans-formazione intima e sociale insieme.
Il compito di ognuno di noi è attuare questo cambiamento all’interno della propria vita e quindi della propria comunità.
È compito della mia generazione andare oltre.
La sfida è andare oltre. Oltre il capitalismo, per esempio, verso un’economia circolare. Nella convinzione che lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo non sia un destino ineluttabile.
La grande trappola di tutto questo lavoro, che dovrà essere essere interiore ed esteriore insieme è che si fermi alla superficie. Che resti solo narrazione e non si incarni nelle relazioni reali, quotidiane. Che resti, come sempre, solo un gioco di potere.
Abbiamo bisogno – invece – di fare un salto, un salto evolutivo.
L’intento di Parole Guerriere resta sempre ostinatamente uguale e cioè quello di sollecitare la classe politica, a confrontarsi sulle grandi questioni: sociali, tecnologiche, climatiche, demografiche e geopolitiche che hanno a che fare con il destino del Pianeta e dell’Umanità.
Solamente grazie alla cultura e all’incontro con l’altro troveremo la forza, di andare oltre alla logica della ricerca affannosa del consenso di breve periodo. Perché solo partendo dai grandi e immanenti temi etici e filosofici è possibile ridare uno sguardo lungo e un senso profondo all’agire politico.
Trovatore ed attivista politico
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