CULTURA WOKE: IL POTERE DELLE NARRAZIONI IDENTITARIE

Pubblicato da Diego Antonio Nesci il

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DESCRIZIONE

Quando parliamo di “woke”, molti pensano subito alla padella wok da cucina. E incredibilmente non è così sbagliato! Proprio come nel wok si mescolano tanti ingredienti diversi, la cultura woke racchiude una varietà di significati e sfaccettature, rendendola un tema complesso.

Il termine “woke”, nato negli Stati Uniti, indicava originariamente una consapevolezza delle ingiustizie sociali.

Oggi, è al centro del dibattito pubblico e politico, spesso associato alla cancel culture e visto come un atteggiamento ideologico quasi dogmatico.

Questo fenomeno è emerso con forza durante la campagna elettorale delle presidenziali americane vinte da Trump.

Durante il convegno, esploreremo come le narrazioni identitarie della cultura woke stiano ridefinendo i concetti di identità e appartenenza in Occidente.

Esempi pratici delle ripercussioni della cultura woke:

  • CAMBIAMENTI NEL LINGUAGGIO: L’uso di “genitore 1” e “genitore 2” nei documenti ufficiali, al posto di “madre” e “padre”, mira a riconoscere le diverse configurazioni familiari, ma ha suscitato dibattiti accesi.
  • CONTROVERSIE PUBBLICHE: J.K. Rowling (la celebre autrice della saga Harry Potter) ha affrontato critiche per dichiarazioni considerate transfobiche, come l’ironia sull’espressione “persone che hanno le mestruazioni”, suggerendo che esistesse una parola più appropriata, come “donne”. Questo commento ha generato un acceso dibattito sulla libertà di espressione e ha evidenziato i limiti della cancel culture.
  • CAMPAGNA ELETTORALE DI TRUMP: Trump ha utilizzato il tema woke per criticare la minaccia ai valori tradizionali americani, mobilitando il suo elettorato.
  • LETTERE APERTE: Numerosi intellettuali hanno criticato la cultura woke per il suo atteggiamento intollerante, sottolineando come l’estremizzazione del politicamente corretto può trasformarsi in una nuova forma di censura.
  • IN ITALIA: Un esempio recente è quello dell’Assessore alla Cultura di Livorno, Simone Lenzi, che si è dimesso dopo polemiche su post considerati transfobici, come l’ironia su alcune identità sessuali, affermando che il suo genere, a 56 anni, è “ironic”.
  • Oppure, la mancata approvazione del DDL Zan. La legge mirava ad estendere le protezioni già esistenti per i crimini d’odio razziali, etnici, religiosi e nazionali anche ai crimini motivati da omotransfobia, misoginia e abilismo. La mancata approvazione è stata dovuta ad un orientamento ideologico della maggioranza che è stata incapace di raggiungere un compromesso politico con le opposizioni. Il nodo centrale della disputa era la controversa definizione di “identità di genere” presente nel testo di legge.
  • RAPPRESENTAZIONI NELLE SERIE TV: La crescente presenza di minoranze e sessualità fluida nelle serie TV, come quelle prodotte da Netflix, ha suscitato dibattiti sull’influenza della rappresentazione sulle norme sociali.

La cultura woke alimenta posizioni ideologiche polarizzanti.

A sinistra, viene vista come una degenerazione della sinistra illiberale, mentre a destra, specialmente in ambiti populisti, viene adottata con un atteggiamento intollerante verso le questioni delle minoranze e dei diritti civili.

In Italia, il dibattito sulla cultura woke è ancora in fase emergente.

Con questo convegno, vogliamo promuovere una riflessione critica e un dialogo aperto tra esperti, politici e cittadini.

Ci teniamo molto a questo appuntamento.

Affronteremo un tema complesso, centrato sul potere del linguaggio e sulla tragica ricerca di un’identità che l’occidente sembra aver smarrito.

La consapevolezza del potere creativo della parola è proprio il motivo che ha fatto nascere il progetto Parole Guerriere.

Tuttavia, per riuscire a governare la dinamica pensiero-parola-azione, che guida ogni aspetto della nostra vita, dobbiamo imparare a osservare e comprenderne l’origine: la nostra sfera emotiva.

Vi aspettiamo numerosi per una discussione costruttiva e stimolante.

VAI ALL’ACCREDITO: https://forms.gle/GQChuQjUC1VYmrTr5

Diego Antonio Nesci

Trovatore ed attivista politico www.politicadellabelleza.it

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